lunedì 3 maggio 2010
lunedì 19 aprile 2010
Nuova legge che potrebbe sconvolgere il mondo dei motociclisti
L’estate scorsa la Camera dei Deputati ha approvato il disegno di legge n° 1720, riguardante alcune modifiche del Codice della Strada, che potrebbe sconvolgere il mondo dei motociclisti. Modificato dal Senato, è tornato alla Camera, che adesso dovrà riapprovarlo, per poi riconsegnarlo ai Senatori che, nel caso di consenso, lo daranno al Presidente della Repubblica per l’approvazione definitiva. Questo disegno di legge aggiunge all’obbligo dell’uso del casco anche l’obbligo di indossare abbigliamento tecnico quando si è su due ruote.
Per chi guida mezzi al di sopra gli 11 Kw, ovvero veicoli oltre i 125 cc, diventerebbe obbligatorio l'uso di giacca tecnica e guanti, oltre al casco integrale. E più si sale di Kw, più aumentano le protezioni. Con moto tra i 25 e i 52 Kw bisogna avere anche il paraschiena integrato nella giacca mentre, sopra i 52 Kw, c’è l’obbligo della tuta o di giacca con paraschiena e pantaloni tecnici con protezioni. Non viene mai fatto riferimento alle calzature (quindi uno potrebbe andare in giro con una CBR1000 in tuta di pelle e infradito!), ma quello che è certo è questo disegno sembra quanto mai esagerato. È giusto proteggere e tutelare gli utenti delle due ruote, ma ve lo immaginate un avvocato romano, in agosto, con la sua GS in tuta di pelle e 24 ore in moto verso l’ufficio?
Art. 171 - (Dotazione di sicurezza per la conduzione di veicoli a due ruote)
1. Durante la marcia, ai conducenti, e agli eventuali passeggeri, di ciclomotori e motoveicoli è fatto obbligo di indossare indumenti e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo di tipo omologato, in conformità con i regolamenti emanati dall'ufficio europeo per le Nazioni Unite - Commissione economica per l'Europa e con la normativa comunitaria.
2. Ai fini di cui al comma 1:
a) per i veicoli fino a 11 Kw è obbligatorio l'utilizzo del casco intergrale;
b) per i veicoli da 11 Kw a 25 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con protezioni per spalle e gomiti;
c) per i veicoli da 25 Kw a 52 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti;
d) per i veicoli oltre 52 kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani e di una tuta tecnica o di una giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti e di pantaloni tecnici con protezioni per fianchi e ginocchia.
3. Sono esenti dagli obblighi di cui al comma 2, i conducenti e i passeggeri:
a) di ciclomotori e motoveicoli a tre o quattro ruote dotati di carrozzeria chiusa;
b) di ciclomotori e motoveicoli a due o a tre ruote dotati di cellula di sicurezza a prova di crash, nonché di sistemi di ritenuta e di dispositivi atti a garantire l'utilizzo del veicolo in condizioni di sicurezza, secondo le disposizioni del regolamento.
4. Chiunque viola le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 74 a euro 299. Quando il mancato uso degli indumenti e del casco riguarda un minore trasportato, della violazione risponde il conducente.
5. Chiunque importa o produce per la commercializzazione sul territorio nazionale e chi commercializza indumenti e caschi protettivi per motocicli, motocarrozzette o ciclomotori di tipo non omologato è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 779 a euro 3.119.
6. Gli indumenti e i caschi di cui al comma 5, ancorché utilizzati, sono soggetti al sequestro ed alla relativa confisca, ai sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI».
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1. Durante la marcia, ai conducenti, e agli eventuali passeggeri, di ciclomotori e motoveicoli è fatto obbligo di indossare indumenti e di tenere regolarmente allacciato un casco protettivo di tipo omologato, in conformità con i regolamenti emanati dall'ufficio europeo per le Nazioni Unite - Commissione economica per l'Europa e con la normativa comunitaria.
2. Ai fini di cui al comma 1:
a) per i veicoli fino a 11 Kw è obbligatorio l'utilizzo del casco intergrale;
b) per i veicoli da 11 Kw a 25 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con protezioni per spalle e gomiti;
c) per i veicoli da 25 Kw a 52 Kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani, e di giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti;
d) per i veicoli oltre 52 kw è obbligatorio l'utilizzo di un casco integrale, di guanti per la protezione delle mani e di una tuta tecnica o di una giacca tecnica con paraschiena integrale e con protezioni per spalle e gomiti e di pantaloni tecnici con protezioni per fianchi e ginocchia.
3. Sono esenti dagli obblighi di cui al comma 2, i conducenti e i passeggeri:
a) di ciclomotori e motoveicoli a tre o quattro ruote dotati di carrozzeria chiusa;
b) di ciclomotori e motoveicoli a due o a tre ruote dotati di cellula di sicurezza a prova di crash, nonché di sistemi di ritenuta e di dispositivi atti a garantire l'utilizzo del veicolo in condizioni di sicurezza, secondo le disposizioni del regolamento.
4. Chiunque viola le disposizioni di cui ai commi 1 e 2 è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 74 a euro 299. Quando il mancato uso degli indumenti e del casco riguarda un minore trasportato, della violazione risponde il conducente.
5. Chiunque importa o produce per la commercializzazione sul territorio nazionale e chi commercializza indumenti e caschi protettivi per motocicli, motocarrozzette o ciclomotori di tipo non omologato è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 779 a euro 3.119.
6. Gli indumenti e i caschi di cui al comma 5, ancorché utilizzati, sono soggetti al sequestro ed alla relativa confisca, ai sensi delle norme di cui al capo I, sezione II, del titolo VI».
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sabato 3 aprile 2010
AFFONDATE LA BISMARK
Il 18 maggio 1941assieme all’incrociatore pesante Prinz Eugen, la corazzata tedesca Bismarck lascia appena si fa buio il porto di Gdynia, nel Baltico, per raggiungere l’Oceano Atlantico. Comanda il gruppo l’ammiraglio Gunther Lutjens mentre la Bismarck è affidata al capitano di vascello Ernst Lindemann e il Prinz Eugen al capitano di vascello Brinkmann. È la prima uscita della corazzata, di questo gigante del mare di 50.900 t (a pieno carico), armata con 8 pezzi da 380 mm e 19 pezzi da 152, dotata di una velocità di 20 nodi. Impostata nel 1936, varata nel ‘39 e pronta appunto nei primi mesi del ‘41, la Bismarck è quanto di meglio i cantieri tedeschi hanno saputo sfornare negli ultimi anni, una vera e propria “macchina da fuoco”, terrore delle flotte avversarie.È per questo motivo che le mosse dell’unità tedesca sono attentamente sorvegliate dall’Ammiragliato britannico tramite la ricognizione aerea e i dispacci degli informatori. La notizia che la nave lascia il porto di Gdynia mette in stato di allarme le autorità inglesi il cui primo provvedimento è di intensificare la ricognizione aerea per tenere sotto controllo la temuta unità nemica. All’alba del 20 maggio la Bismarck e il Prinz Eugen hanno risalito buona parte dello Skagerrak, il braccio del Mare del Nord tra le coste norvegesi e danesi, che mette in comunicazione il Mar Baltico con il Mare del Nord.Il 21 maggio le due unità tedesche sono avvistate nella mattinata da ricognitori inglesi, nel porto di Bergen, importante centro della costa occidentale norvegese. La posizione viene subito comunicata al comando della squadra navale inglese (la Home Fleet), a Scapa Flow, la principale base della flotta britannica. La Home Fleet mobilita forze imponenti: ne fanno parte, al comando dell’ammiraglio sir John Tovey, le due corazzate King George V e la nuovissima Prince of Wales, gli incrociatori da battaglia Hood (armato con pezzi da 406 mm, all’insegna del vice ammiraglio L.E. Holland) e Repulse, la portaerei Victorious, gli incrociatori pesanti Norfolk e Suffolk (che pattugliano già il Canale di Danimarca) e 6 caccia. Alle ore 0,52 del 22 maggio,da Scapa Flow, con destinazione il Canale di Danimarca, salpano, agli ordini del viceammiraglio L.E. Holland lo Hood e la Prince of Wales scortati da 6 cacciatorpediniere. L’ordine è di appoggiare gli incrociatori Norfolk e Suffolk che già operano in quel settore. Un ricognitore inglese accerta che le due unità tedesche segnalate a Bergen se ne sono allontanate. Alle 20 la notizia raggiunge l’ammiraglio Tovey. Alle ore 22,45 salpa da Scapa Flow la portaerei Victorious.
Nella mattinata del 23 maggio l’incrociatore da battaglia Repulse raggiunge la squadra di Tovey.
Ore 12. La Bismarck e il Prìnz Eugen entrano nel canale di Danimarca, dopo aver doppiato a nord l’islanda. I campi di mine predisposti dagli inglesi ai largo della costa islandese, e la cui esistenza era ben nota al comando della Kriegsmarinc, costringono le due navi da guerra a passare al largo, proprio nel mezzo del canale dove il cielo è insolitarnente limpido.
Alle ore 19,22 le due unità tedesche vengono avvistate dall’incrociatore Suffolk che ne dà immediatamente notizia alle altre unità della flotta inglese.
Alle 20,22 anche l’incr. Norfolk avvista le due navi nemiche a 6 miglia di distanza e ne segnala a sua volta la posizione al comando.
Ore 20,30. La Bismarck accosta e apre il fuoco contro il Norfolk che riesce miracolosamente a sfuggire alle bordate della corazzata tedesca. A questo punto l’ammiraglio Lutjens, che comanda il gruppo, si rende conto che ogni suo piccolo mutamento di rotta e di velocità viene puntualmente registrato e segnalato al comando generale e forse si chiede se non sia il caso di abbandonare il piano di raggiungere l’Atlantico e rientrare in Germania. Decide tuttavia di proseguire.
Alle ore 24 grazie alle segnalazioni del Suffolk, il vice ammiraglio Holland calcola che il suo Hood si trova a sole 120 miglia dalla Bismarck. Intanto il Norfolk e il Suffolk interrompono improvvisamente il flusso di informazioni sulle navi nemiche che avevano fornito fino a quel momento: è successo che i due incrociatori britannici hanno perduto ogni contatto con il gruppo tedesco.
Il 24 maggio alle 2,47 il Suffolk “riacciuffa” sul suo radar le sagome delle due unità tedesche. Alle ore 4 in base alla sua rotta attuale la corazzata tedesca avrebbe incrociato lo Hood verso le 5,30, proprio allo spuntare del giorno.
Ore 5,35. Lo Hood e la corazzata Prince of Wales avvistano in direzione nord-ovest la sagoma di due navi. Si tratta proprio delle unità tedesche “ricercate”; la distanza è 17 miglia. Ore 5,52. Con il loro seguito di cacciatorpediniere la Prince of Wales e lo Hood aprono il fuoco sulla Bismarck e il Prinz Eugen. Alle 6 una granata da 381 della Bismarck trapassa la corazzatura dello Hood e va ad esplodere al centro della nave, la quale salta in aria e in breve cola a picco. Dei 1419 uomini di equipaggio (95 ufficiali e 1324 tra sottufficiali e marinai) se ne salvano solo 3. Poco dopo anche la Prince of Wales viene colpita ripetutamente e il comandante, capitano di vascello Leach, decide di abbandonare la lotta e di ritirarsi. La Bismarck non tenta nemmeno di inseguire la corazzata inglese che può cosi raggiungere indisturbata il Norfolk e il Suffolk. I due incrociatori britannici continuano infatti a controllare a distanza i movimenti della corazzata nemica che sta puntando ora verso il golfo di Biscaglia: il Prinz Eugen si è intanto staccato dalla Bismarck facendo rotta verso sud. Nel pomeriggio l’Ammiragliato britannico chiama a raccolta la portaerei Ark Royal, le corazzate Ramillies e Rodney, l’incrociatore da battaglia Renown, l’incrociatore Sheffield e 6 cacciatorpediniere, tutte unità della “Forza H” di stanza a Gibilterra. Quasi metà dell’intera flotta inglese è ora alla caccia del colosso tedesco.
Otto aerosiluranti del tipo Swordfish decollati dalla portaerei Victorious lanciano i loro siluri contro la Bismarck: uno colpisce l’unità tedesca a mezza nave senza però causare danni apprezzabili.
Il 25 maggio alle ore 3,16 il Suffolk perde il contatto con la Bismarck: la nave tedesca sembra essersi misteriosamente volatilizzata. Alle ore 8,10 si alzano in volo dalla Victorious gli Swordfish che partecipano alle ricerche della nave nemica. Inutilmente. Vane sono anche le ricerche affannose del Norfolk e del Suffolk.
Alle 10,36 del 26 maggio un idrovolante Catalina una avvista la Bismarck. La corazzata tedesca si trova a più di 700 miglia a ovest di Brest e a sole 130 miglia dalla King George V dell’ammiraglio Tovey.
Alle 14,30 quindici aerosiluranti del tipo Swordfish, decollati dalla portaerei Ark Royal, puntano in direzione della Bismarck, distante 20 miglia, per cercare di colpirla prima che l’unità tedesca riesca ad entrare sotto l’ombrello protettivo dei bombardieri tedeschi dislocati in Francia. Le condizioni atmosferiche sono pessime, una densa e bassa nuvolaglia impedisce quasi del tutto la visibilità. In un improvviso squarcio i piloti inglesi intravedono una nave e sganciano i loro siluri. Ma il bersaglio scelto non è la Bismarck bensi l’incrociatore inglese Sheffield del cui avvicinamento alla nave tedesca gli equipaggi degli aerosiluranti non erano stati avvertiti. Lo Sheffield riesce tuttavia ad evitare i siluri.
Ore 19. Gli Swordfish dell’Ark Royal sono nuovamente in volo.
Ore 19,50. Gli aerosiluranti inglesi sono addosso alla Bismarck sulla quale scaricano i loro ordigni. Un siluro colpisce la nave tedesca danneggiando gravemente il timone con la conseguenza che la corazzata deve ridurre notevolmente la velocità.
Il 27 maggio alle ore 8,15 l’incrociatore Norfolk segnala l’esatta posizione della Bismarck alle corazzate King George V (l’ammiraglia) e Rodney che intanto sono sopraggiunte. Ore 8,47. La Rodney apre il fuoco sulla Bismarck imitata subito dopo dalla King George V e, più tardi, dagli incrociatori Norfolk e Dorsetshire. La Bismarck si difende con salve molto precise, ma la quantità di proiettili che la raggiungono ne riducono progressivamente la capacità offensiva. Alle ore 10 il colosso tedesco è ridotto a un rottame completamente muto.
Ore 10,15. L’incrociatore Dorsetshire riceve l’ordine di accostarsi alla Bismarck e di finirla con i suoi siluri.
Alle 10,40 la Bismarck si capovolge e si inabissa. Dei circa 2300 uomini di equipaggio solo 110 vengono tratti in salvo dal Dorsetshire e dal cacciatorpediniere Maori. Tra le vittime lo stesso ammiraglio Lutjens e il comandante della nave, il capitano di vascello Lindemann.
Il 1° giugno l’incrociatore pesante Prinz Eugen, sottrattosi abilmente alle ricerche inglesi, raggiunge il porto di Brest.
giovedì 1 aprile 2010
BISMARCK
La Bismarck fu studiata in funzione di un nuovo sviluppo della Kriegsmarine dopo che Hitler denunciò gli accordi anglo-tedeschi relativi alle limitazioni agli armamenti (dopo che erano decadute le precedenti limitazioni imposte dal Trattato di Versailles). Il piano di riarmo navale tedesco prevedeva un numero di grandi navi che non poteva competere con la Royal Navy, ma che fosse qualitativamente all'avanguardia.
La Bismark in bacino
fu consegnata ad Amburgo; al suo comando fu messo Ernst Lindemann, ed iniziò le prove in mare nel Mar Baltico. Nel marzo del 1941 effettuò le prove di tiro a Gotenhafen ed alla fine iniziò l'addestramento di squadra con l'incrociatore Prinz Eugen.
L'esecuzione dell'operazione Rheinübung prevedeva il massimo di segretezza, ma la squadra fu avvistata dall'incrociatore svedese Gotland mentre usciva dal Kattegat e dalla resistenza norvegese a Kristiansand, quindi l'ambasciata inglese a Stoccolma ne fu immediatamente informata.
Immediatamente iniziò il pattugliamento del mare del Nord da parte della Home Fleet, ma la squadra fu avvistata nel fiordo di Korsfjord, presso Bergen dalla ricognizione della RAF, la Royal Navy mosse immediatamente l'Hood e la Prince of Wales da Scapa Flow per averle in area di operazioni appena la Bismarck fosse stata intercettata.
mercoledì 31 marzo 2010
PORTAEREI 2° GUERRA MONDIALE - USS Yorktown
La Yorktown arriva sulla scena mondiale in un momento in cui la flotta del Pacifico della US Navy ha in servizio solo tre portaerei,la USS Enterprise (CV-6),la USS Lexington (CV-2) e la USS Saratoga (CV-3). Pertanto fu progettata apposta per rinforzare quella parte di flotta che sembrava essere inferiore alla Marina Imperiale Giapponese. Le fu data come base la base di San Diego e agli ordini dell'ammiraglio Fletcher formò la nuova Task Force 17, il 30 dicembre 1941, l'attacco a Pearl Harbor. La prima missione fu alle isole Marshall. La Yorktown fu scortata da due corazzate e la missione andò a buon fine,un successo totale sui Giapponesi. Successivamente la Yorktown continuò a combattere nell'oceano Pacifico e fu in due delle battaglie più famose della seconda guerra mondiale,la Battaglia del mar dei Coralli e la Battaglia delle Midway (dove fu affondata dai giapponesi). "FONTE WIKIPEDIA"
Per più di 50 anni, la USS Yorktown non fù mai rilevata sul fondo dell'oceano. Poi, nel maggio 1998, l'esploratore subacqueo Robert Ballard, in collaborazione con la US Navy, iniziò seriamente a cercare lei e le quattro portaerei giapponesi nelle acque al largo Midway Island. Armato solo della sketchiest di informazioni riguardanti la loro posizione finale, Ballard sapevano che trovare una di queste navi sarà una sfida.
Dopo 17 giorni, però, la sua squadra finalmente ha scoperto la Yorktown . Era più di tre miglia verso il basso molto più profonda del Titanic o Bismarck, che aveva scoperto anni prima. A testimoniare l'evento il 19 maggio con Bill Surgi sono stati altri tre veterani delle Midway che sono stati immediatamente presi indietro nel tempo-aerosilurante pilota Harry Ferrier e volantini della Marina imperiale giapponese Yuji Akamatsu e Haruo Yoshino.
Enola Gay
La data è il 6 agosto 1945, poco dopo il mezzogiorno, e il B-29 Enola Gay sta tornando dal suo appuntamento con il destino nei cieli sopra la città giapponese di Hiroshima. In lontananza si trova la piccola isola di Iwo Jima, catturato solo dopo enormi perdite da parte della United States Navy e Marine Corps. La conquista di Iwo Jima e la fuga del Enola Gay segnò l'inizio vero della fine della guerra contro il Giappone.
Enola Gay è il nome del bombardiere B-29 Superfortress che il 6 agosto 1945, poco prima del termine della seconda guerra mondiale, sganciò sulla città giapponese di Hiroshima la prima bomba atomica della storia ad essere stata utilizzata in guerra, soprannominata Little Boy. A causa del suo ruolo nei bombardamenti atomici di Hiroshima e Nagasaki, il suo nome è stato sinonimo della controversia sui bombardamenti stessi. Enola Gay è il nome della madre del pilota, Paul Tibbets. "FONTE WIKIPEDIA"
U-BOOT
U-Boot è il termine tedesco per indicare genericamente sommergibili. Gli unici U-Boot che possono essere considerati sottomarini sono quelli che appartengono al Tipo XXI e al Tipo XXIII. Il termine U-Boot è una abbreviazione di Unterseeboot, letteralmente battello sottomarino. Il termine è utilizzato nelle altre lingue come sinonimo dei battelli sottomarini tedeschi della prima e seconda guerra mondiale, anche se spesso si trova scritto nella forma "anglicizzata" di U-Boat. Gli obiettivi delle campagne degli U-Boot in entrambi i conflitti furono i convogli che portavano rifornimenti dagli Stati Uniti in Europa. Il termine U-Boot, seguito da un numero, esempio U-Boot 47 indica uno specifico vascello, mentre U-Boot Tipo II una determinata classe.
"FONTE WIKIPEDIA"
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